
Torino – Scontri al Salone del Libro tra Forze dell’Ordine e pro Pal. Salta l’incontro con il Presidente della Comunità ebraica

Nel primo giorno del Salone del Libro di Torino, si sono verificati momenti di tensione a causa di una manifestazione organizzata da gruppi a sostegno della causa palestinese. Circa un centinaio di attivisti ha tentato di entrare all’interno della manifestazione culturale, ma è stato bloccato all’ingresso dalle forze dell’ordine, che hanno impedito loro l’accesso. Alla base della protesta, la volontà di esprimere un dissenso pubblico contro le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza.
La protesta è stata promossa da collettivi come “Torino per Gaza”, “Non una di meno”, “Progetto Palestina CAU Torino” e “Hipster Democratici”. I manifestanti hanno scelto come data simbolica quella del 77° anniversario della Nakba, l’esodo forzato di centinaia di migliaia di palestinesi avvenuto nel 1948. In questa cornice hanno duramente criticato la partecipazione al Salone di Nathan Greppi, giornalista e scrittore del libro La cultura dell’odio, accusandolo di negare le violenze subite dalla popolazione palestinese e di offrire una narrazione distorta del conflitto.
Alcuni attivisti sono riusciti a entrare nell’edificio, anche se non nella sala dove era previsto l’intervento di Greppi. Hanno comunque compiuto un gesto dimostrativo, stendendo a terra una bandiera palestinese e inscenando un sit-in. All’esterno, altri manifestanti hanno esposto striscioni con slogan come “Fuori i sionisti dal Salone del Libro”, “Palestina libera” e “La Nakba non è finita. La resistenza continua”, posizionandosi davanti all’ingresso di via Nizza 280.
L’intervento delle forze di sicurezza ha impedito l’ingresso al gruppo principale, mantenendo la situazione sotto controllo. La manifestazione si è svolta in concomitanza con un evento previsto al Salone che avrebbe dovuto vedere la partecipazione del presidente della Comunità ebraica di Torino, Dario Disegni, e dello storico Claudio Vercelli. L’incontro è stato però annullato su richiesta della questura, presumibilmente per evitare ulteriori tensioni.