Torino- Scontri No Tav- Polizia, si aggrava il bilancio: 14 feriti fra gli agenti

E’ di quattordici poliziotti feriti il bilancio degli ultimi scontri in Val di Susa avvenuti ieri, sabato 30 Luglio.  Un gruppo appartenente all’ala più oltranzista dei No Tav ha attaccato le forze dell’ordine nel cantiere. E’ accaduto a San Didero, nel Torinese, presso il nuovo autoporto di Susa.

I manifestanti hanno lanciato pietre e bombe carta.

Il gruppo No Tav, riporta l’Ansa – “ha assaltato l’area sia al varco posto sul lato della statale sia nella zona est, a ridosso dell’autostrada, dove hanno gettato sulla carreggiata legna e tronchi di albero, con pericolo per gli automobilisti in transito, e lanciato pietre contro i reparti. La polizia ha risposto con lanci di lacrimogeni e con l’uso degli idranti. Ci sarebbero almeno cinque feriti tra le forze dell’ordine”.

Lo scontro si è acceso quando è arrivato il corteo partito oggi pomeriggio da Venaus, nel corso del ‘Festival Alta Velocità’. Erano presenti circa duemila persone, tra loro anche i manifestanti di Fridays For Future.

Ieri, una trentina di attivisti a volta coperto hanno tentato con di tirare giù la concertina di filo spinato per danneggiare la protezione dell’area di cantiere. Poi hanno scagliato petardi e altro materiale esplodente contro le forze dell’ordine.

Alla fine di una giornata ad alta tensione gli attivisti hanno diffuso una nota: “La manifestazione è stata grande e partecipata, soprattutto da giovani e giovanissimi che evidentemente hanno davvero a cuore il proprio futuro e la Terra su cui vivono. Noi rivendichiamo il diritto a difendere il nostro territorio dallo scempio che quotidianamente, e da decenni, ci viene imposto. L’ennesimo avamposto militare – dicono i No Tav – il fortino del nulla, fatto piovere nel cuore della nostra valle a difesa di interessi loschi e privatistici, è stato circondato e contestato”.

Sul denaro investito per l’Alta velocità, gli attivisti ribadiscono:  “E’ l’ennesimo spreco di denaro pubblico, 5 milioni già spesi per le opere di recinzione e vigilanza, altri 49 preventivati da qui a fine opera. Non sono briciole in tempi di guerra e di povertà con cui milioni di famiglie italiane fanno i conti quotidianamente”.