
Torino – Stazioni Dora e Zappata, la storia infinita. Slitta ancora l’apertura. Ed è polemica

Le stazioni ferroviarie sotterranee di Dora e Zappata, previste da anni all’interno del progetto del Passante ferroviario di Torino, continuano a rimanere ferme ai blocchi di partenza.
Pensate per servire rispettivamente la zona intorno a piazza Baldissera e i quartieri Crocetta e Santa Rita (con la fermata Zappata collocata sotto largo Orbassano), le due infrastrutture esistono a livello strutturale già dal 2009. Tuttavia, a distanza di oltre 15 anni, sono ancora incomplete: lo scavo è stato realizzato, gli accessi esterni esistono, ma mancano le opere fondamentali come impianti, finiture, scale e marciapiedi.
Un nuovo ritardo e gara d’appalto annullata
L’ennesimo stop riguarda la procedura per l’assegnazione dei lavori di completamento: la gara, lanciata alla fine del 2024, si è conclusa con una sola offerta che, a causa di irregolarità insanabili, è stata annullata. I vertici di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), ascoltati nei giorni scorsi in Consiglio regionale, hanno annunciato che il bando verrà rilanciato entro l’estate 2025. Tuttavia, ciò comporterà uno slittamento ulteriore di tutta la tabella di marcia: l’assegnazione dei lavori avverrà, nella migliore delle ipotesi, all’inizio del 2026, l’apertura dei cantieri non prima di metà dello stesso anno, e la messa in servizio delle due stazioni è ora stimata per il 2029.
Un rinvio che si aggiunge a una lunga sequela di promesse mancate. Le due fermate erano inizialmente finanziate con risorse provenienti dal PNRR, poi tagliate e successivamente reinserite nei piani di RFI. La prima data prevista per il completamento era il 2026, poi spostata al 2028, e adesso siamo di fronte a un ulteriore slittamento.
I lavori sulla rete ferroviaria torinese
Durante la stessa audizione, RFI e Trenitalia hanno fatto il punto sullo stato dell’infrastruttura ferroviaria in città. Hanno confermato che è stato recentemente avviato il cantiere per il collegamento diretto tra le stazioni di Porta Nuova e Porta Susa, intervento che dovrebbe concludersi nel 2028. Parallelamente, proseguono – seppur con ritmi variabili – anche i lavori per la nuova linea SFM5, che collegherà Torino a Orbassano.
Le reazioni della politica
Duro il commento da parte del Partito Democratico: i consiglieri regionali Nadia Conticelli, Alberto Avetta e Monica Canalis hanno espresso forte preoccupazione non solo per i ritardi che affliggono i cantieri delle stazioni Dora e Zappata, ma anche per i problemi legati alla linea SFM5 e per la mancanza di un collegamento veloce tra le due principali stazioni torinesi. Per i consiglieri, l’intero piano ferroviario cittadino appare fragile e poco affidabile.
Di opinione opposta Mauro Fava, presidente della commissione (Forza Italia), che ha lodato il dialogo instaurato tra le istituzioni e le aziende del trasporto ferroviario. Fava ha sottolineato come l’audizione sia stata un’occasione utile per affrontare apertamente i disagi che pendolari e residenti vivono ogni giorno, e per cercare soluzioni concrete.
L’intera vicenda delle fermate Dora e Zappata è ormai diventata emblematica della lentezza e della burocrazia che spesso accompagnano le grandi opere pubbliche in Italia. Stazioni progettate più di quindici anni fa, con strutture mai completate, fondi promessi e poi ritirati, appalti da rifare, e date di apertura continuamente posticipate: elementi che contribuiscono a creare un senso diffuso di frustrazione tra i cittadini.
In un contesto urbano dove la mobilità sostenibile e il potenziamento del trasporto pubblico dovrebbero essere prioritari, il ritardo cronico nella realizzazione di due snodi ferroviari strategici rappresenta un’occasione mancata per la città e i suoi abitanti.