
Torino – Tabaccaio sparò e uccise ladro. Pena ridotta: la sentenza
La Corte d’assise d’appello di Torino ha ridimensionato in modo significativo la condanna nei confronti di Marcellino Franco Iachi Bonvin, il tabaccaio di Pavone Canavese che nella notte tra il 6 e il 7 giugno 2019 sparò uccidendo un ladro dopo l’ennesimo furto subito. In secondo grado il reato è stato riqualificato da omicidio volontario a omicidio colposo, con una pena ridotta da cinque anni a un anno e otto mesi di reclusione, concessa con sospensione condizionale.
La decisione è arrivata dopo circa due ore di camera di consiglio da parte della Corte presieduta dalla giudice Cristina Domaneschi. La Procura generale aveva chiesto la conferma della condanna a cinque anni inflitta in primo grado, ma i giudici hanno accolto in parte le tesi della difesa. Soddisfatti gli avvocati Mauro Ronco e Sara Rore Lazzaro, che hanno sottolineato come la sentenza riconosca lo stato di paura e forte agitazione vissuto dall’imputato in quei momenti. Le motivazioni saranno depositate entro trenta giorni.
I fatti risalgono a una notte del 2019, quando Iachi Bonvin esplose un colpo di pistola che uccise Ion Stavila, cittadino moldavo coinvolto in un furto insieme ad altri due complici. I ladri avevano appena caricato su un furgone una macchina cambiamonete contenente circa tremila euro, rubata dal bar situato sotto l’abitazione del tabaccaio. Inizialmente l’accusa ipotizzò l’omicidio colposo per eccesso di legittima difesa, in uno dei primi casi successivi alla riforma sulla legittima difesa. In seguito, però, il giudice di primo grado ritenne che l’uomo non avesse agito per difendersi, ma per farsi giustizia da solo, condannandolo per omicidio volontario.
Nel corso del processo sono emerse versioni contrastanti anche dalle perizie balistiche: una collocava lo sparo dal balcone, dall’alto verso il basso, l’altra sosteneva che il colpo fosse partito a livello del suolo, durante un confronto diretto con il ladro. Ora la Corte d’appello ha riletto l’intera vicenda, arrivando a una conclusione più mite sul piano penale.