La tecnica è consolidata: viene scelta la vittima, preferibilmente auto di lusso e conducente di mezza età, si attende una manovra del malcapitato, una retromarcia o l’uscita da un parcheggio. Poi, al momento giusto, si scaglia una batteria contro lo specchietto dell’ignaro conducente impegnato alla guida per indurre la percezione del contatto tra i veicoli. A quel punto chi fa il raggiro scende dall’auto e approccia la vittima: “facendo manovra ha danneggiato lo specchietto, ha sentito la botta? non conviene compilare il CID, poi scatta l’aumento dell’assicurazione… meglio i contanti. Con 50 euro siamo a posto”.

Un quarantenne, con precedenti per reati contro il patrimonio, alla guida di una Fiat Qubo, ci ha provato la mattina del 5 ottobre.

Prima ha tentato di truffare il conducente di una BMW in piazza Galimberti, ma la vittima non è caduta nel tranello. Ci ha riprovato poco dopo nei paraggi, davanti al parcheggio del Bennet di via Taggia. Questa volta è toccato al conducente di una Mercedes, ma gli agenti del Commissariato Mirafiori, allertati dalla centrale operativa per il primo tentativo di truffa, hanno individuato il Qubo segnalato nei pressi del supermercato. Appena in tempo, perché il conducente della Mercedes aveva già consegnato tutti i contanti disponibili al truffatore per il quale è scattato l’arresto. Il denaro è stato poi restituito alla vittima del raggiro. A bordo dell’auto del truffatore, rinvenute e sequestrate 13 pile.