
Un altro drammatico suicidio nel Torinese “Troppi debiti, non posso più andare avanti”
Nuova tragedia in provincia di Torino: dopo il suicidio del 61 enne imprenditore di Rivoli che si è gettato dal tetto della sua ditta fallita, un nuovo drammatico episodio è accaduto nel pinerolese.
Alessandro Davicino, 40 anni, ha scritto una lettera a moglie e figlie (due bambine di 11 e 5 anni). Poi si è puntato una pistola alla testa e ha sparato uccidendosi.
“Così non posso più andare avanti”, è la sintesi del contenuto della lettera con cui l’uomo ha motivato il suo gesto estremo, tradito dal lavoro e dall’accumularsi di troppi debiti.
La famiglia è residente a Campiglione Fenile, un piccolo paese di poco più di 1000 abitanti nel Pinerolese, che ovviamente è molto scosso dal quanto accaduto.
Il 40enne era un muratore, artigiano edile, l’unico socio di una piccola azienda individuale che ultimamente versava in cattive acque, essendo rimasta senza commesse.
L’arma utilizzata da Alessandro per uccidersi è la pistola del padre, ex guardiaparco, con regolare porto d’armi.
Continuano in queste ore le indagini dei carabinieri, per fare chiarezze su una nuova tragedia, legata probabilmente a cause di natura economica. Gli investigatori hanno già ascoltato la compagna della vittima e responsabili delle imprese con cui era entrato in contatto ultimamente l’uomo.