
Un Torinese su 3 è sotto la soglia di povertà – Sempre più costi e sempre meno cibo nel carrello. I dati allarmanti

La situazione economica delle famiglie torinesi mostra segnali preoccupanti, con un numero sempre maggiore di nuclei familiari che scivolano verso condizioni di fragilità economica. Secondo un’indagine condotta dalla Camera di Commercio di Torino, la percentuale di famiglie in difficoltà è passata dal 12,9% nel 2024 al 29,2% nel 2025, più che raddoppiando.
Parallelamente, diminuisce la quota di famiglie autosufficienti, che scende dal 29,6% al 18,8%, mentre rimane relativamente stabile quella di chi si colloca in una condizione economica intermedia.
Anche il gruppo delle famiglie benestanti subisce una flessione: dal 21,7% dell’anno precedente al 14,5% attuale. Tutto questo fotografa un evidente peggioramento delle condizioni di vita, con una riduzione generalizzata del potere d’acquisto. L’inflazione continua a crescere, ma i salari non tengono il passo, e di conseguenza calano anche i risparmi. Nonostante ciò, le famiglie non hanno ridotto le spese: alla fine del 2024, la spesa media mensile è stata di 2.609 euro, il valore più alto registrato nell’ultimo decennio. Tuttavia, questo lieve incremento rispetto all’anno precedente (+0,5%, pari a 12 euro) non è sintomo di benessere, bensì il risultato di una pressione inflazionistica che colpisce soprattutto i beni essenziali e servizi fondamentali come la sanità, dove spesso i cittadini devono intervenire di tasca propria.
Le spese alimentari, ad esempio, hanno subito una lieve riduzione (407 euro al mese, -2,9%), con i tagli maggiori concentrati su carne e salumi (-3 euro), latte e derivati (-3 euro), pesce (-2 euro) e bevande (-2 euro). Al contrario, le spese non alimentari sono salite a 2.202 euro (+1,1%), trainate soprattutto dai costi per la casa – affitti, mutui e utenze – che da soli assorbono il 48,1% del totale.
Un altro fronte critico è rappresentato dalle spese sanitarie, in netto aumento su tutta la linea: +14 euro per visite mediche specialistiche, +6 euro per l’acquisto di dispositivi medici come occhiali e lenti, e +3 euro per medicinali, ticket e analisi. Questo incremento è trasversale, coinvolgendo tutte le fasce economiche, dalle più deboli alle più abbienti.
L’indagine ha classificato le famiglie in quattro gruppi in base alla condizione economica: fragili, autosufficienti, medi e benestanti. La fascia più vulnerabile è quella che ha registrato il peggioramento più marcato, mentre le altre categorie hanno visto una contrazione, con una progressiva erosione della classe media e una netta riduzione dei benestanti.
I dati raccolti evidenziano una crescente sofferenza economica delle famiglie torinesi, con un’inflazione che colpisce in particolare le fasce più fragili e un aumento delle spese obbligate, specie in ambiti come la casa e la salute.