
Caro energia – Ci salverà lo smart working? Più lavoro agile per affrontare l’emergenza
Sarà forse, e ancora una volta, lo smart a working “salvarci” dall’emergenza, questa volta legata al caro energia.
I suggerimenti arrivano dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) che invita a mettere in campo una serie di cambiamenti per limitare e migliorare l’uso efficiente delle automobili. E le limitazioni possono essere attuate anche grazie al ricorso allo smart working per un numero sempre maggiore, di lavoratori, allo scopo di ridurre gli alti prezzi del petrolio riducendo la domanda.
“Ricorrere al lavoro a distanza almeno tre giorni a settimana – suggerisce l’AIE, come riporta il Messaggero – ” si tradurrebbe in una risparmio di circa di circa 400 mila barili, compreso l’effetto di ridurre l’impatto dell’uso dei condizionatori d’auto in estate.
Vantaggi arriverebbero anche da una riduzione dei viaggi d’affari, ovviamente quando possibile. Il 58% circa delle aziende ha dichiarato che “stanno trovando difficoltà ad assumere, o trattenere i dipendenti, se non viene garantitolo lo smart working”, mentre “oltre l’88% ha confermato che dopo la data del 30 giugno continuerà la possibilità di lavorare in smart working e da remoto, contro l’11% che ha espresso un’intenzione contraria”. Lo si legge in un’indagine condotta dall’Aidp (Associazione Italiana per la direzione del personale) a cui hanno risposto circa 850 tra professionisti e imprese”.
Secondo il testo diffuso dall’Aidp, “è il lavoro ibrido tra modalità in presenza e da remoto: il 38% delle aziende, infatti, ha affermato che i dipendenti potranno lavorare da remoto almeno 2 giorni a settimana e il 14% almeno 1 giorno a settimana. Negli altri casi, con percentuali minori, si va da 3 ai 5 giorni fino ad una presenza di un solo giorno al mese”.