28/04/2020

Cronaca

75 anni fa la strage nazista a Collegno e Grugliasco “Morirono 68 martiri: non li dimentichiamo”

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La strage di Grugliasco e Collegno è uno dei momenti più drammatici della storia piemontese.  Un eccidio compiuto il 30 aprile 1945 dalla 34ª Panzer Division, divisione corazzata tedesca, in ritirata contro civili e partigiani del posto.

Seguì il giorno successivo la ritorsione partigiana sui prigionieri di guerra della 2ª Divisione Granatieri Littorio.

In preparazione alle celebrazioni congiunte (giovedì 30 aprile, alle 18, “Omaggio ai Martiri” e alle 21 “Omaggio al monumento dei Martiri della Resistenza e accensione della fiaccola della libertà”), il 29 aprile, alle 19, le città di Collegno e Grugliasco si uniranno simbolicamente, anche sul web, nel ricordo della strage nazifascista che il 30 aprile 1945 portò al sacrificio di 68 persone tra collegnesi e grugliaschesi.

La lunga scia di sangue, documentario vincitore del primo premio Memoria Storica al Valsusa Filmfest e realizzato grazie ai contributi delle due Città, della Provincia di Torino, delle Cooperative Di Vittorio, San Giacomo e San Pancrazio, sarà per la prima volta trasmessa contemporaneamente dai canali facebook di entrambe le Città.

Il sindaco di Collegno Francesco Casciano: «I nostri comuni si son trasformati da piccoli borghi a città rinascendo proprio da quel drammatico eccidio che segna indelebilmente per le nostre comunità che fascismo e nazismo sono stati e rimarranno per sempre crimini contro l’umanità. Dobbiamo portare nel cuore quei giovani e onorarne il ricordo con l’affermazione dei diritti umani, civili e sociali. La lunga scia di sangue è documentario intenso e forte che ha unito due città fraterne e anche quest’anno le stringe ancora più saldamente nella memoria e nelle prospettive di sviluppo».

Il sindaco di Grugliasco Roberto Montà: «La lunga scia di sangue è un documentario con fini divulgativi che racconta sinteticamente la strage nazifascista dei 68 Martiri di Grugliasco e Collegno. Un film a cui teniamo molto e che nel 2012 vinse il primo premio “memoria storica” del Valsusa Film Festival. Quei martiri sono la carta d’identità delle nostre città perché la società d’oggi nacque dal loro rifiuto del fascismo, della guerra e dall’amore per la pace: non hanno potuto esercitare il diritto alla libertà conquistata per la quale morirono, e dopo 75 anni ciò deve continuare a spingerci nel rinnovare ogni giorno il nostro impegno etico in quella stessa direzione».

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