Una rettrice donna a Torino dopo 600 anni: ecco la candidata alla guida di UniTo

Dopo 600 anni, l’Università di Torino potrebbe avere per la prima volta una rettrice donna. Laura Scomparin, 56 anni, docente di Procedura penale e direttrice scientifica del Master in Giornalismo, è tra i tre candidati in corsa per guidare l’ateneo torinese. Scomparin ha già ricoperto ruoli di rilievo, tra cui quello di vice rettrice alla ricerca durante il mandato di Stefano Geuna. La sua candidatura porta con sé una visione ambiziosa e una serie di proposte per affrontare le sfide principali dell’ateneo.

Le priorità per il futuro di UniTo
Secondo la docente, il principale problema è rappresentato dalla riduzione dei fondi ministeriali per le università pubbliche, una situazione che richiede una risposta unitaria e decisa. Tra le sue proposte, spicca la necessità di semplificare il lavoro all’interno dell’ateneo, rivedendo la riorganizzazione del 2017 per adattarla alle nuove esigenze, in particolare quelle legate al digitale e all’internazionalizzazione.

Il miglioramento del welfare rappresenta un pilastro del programma di Scomparin. Tra gli obiettivi, vi è la creazione di nuovi spazi di aggregazione e l’espansione dei servizi offerti in città, attraverso un dialogo più efficace con attori politici ed economici. Inoltre, Scomparin sottolinea l’importanza di coinvolgere l’ateneo nella pianificazione urbanistica di Torino, ricordando che la città è fortemente influenzata dalla presenza degli studenti.

Sul bilancio, così ha risposto al Corriere della Sera: “La situazione è preoccupante ed è strettamente connessa al taglio dei fondi ministeriali destinati alle università pubbliche. Il congelamento dei fondi è stata una decisione penalizzante. Tuttavia, dobbiamo riconoscere che questo è un problema collettivo. Ne aprleremo con il Ministero. Oltre alla riduzione dei finanziamenti, c’è all’orizzonte un’ulteriore, pesantissima, precarizzazione delle carriere di ricerca. Dobbiamo agire, anche insieme ad altri atenei, tenendo conto che si tratta di un problema comune».

Perché ha scelto di candidarsi? Così risponde la docente:

«Per la mia esperienza in ateneo, credo che servano un metodo e uno stile nuovo. Stiamo rompendo i tetti di cristallo e avere una rettrice donna, dopo 600 anni, rappresenterebbe una tappa significativa in questo percorso culturale. La mia squadra sarà un equilibrio tra esperienza e nuovi volti, coinvolgendo anche giovani e Dipartimenti che finora hanno avuto meno ascolto».