Di avvisaglie ne erano arrivate già numerose durante la stagione. Più di una volta la Juventus di Allegri non aveva convinto, strappando vittorie di misura, col minimo sforzo, grazie alle prodezze dei singoli (e specialmente del marziano Ronaldo)
Anche nel campionato italiano, vinto a mani basse, in più occasioni i bianconeri hanno sofferto più del dovuto, spesso non legittimando una superiorità in campo che avrebbe dovuto essere totale.

E non si parla delle (brutte) sconfitte contro Genoa e Spal, gare influenzate dalla mancanza di stimoli e dalla necessità di riposare di molti giocatori bianconeri. Si parla piuttosto di episodi calcisticamente ‘allarmanti’ come la disfatta in coppa Italia di Bergamo, l’ultimo match al San Paolo contro il Napoli, in cui la Juventus è stata assediata dalla squadra di Ancelotti, in stile Fort Apache, e per restare all’analisi delle ultime settimane, la preoccupante partita con l’Empoli all’Allianz Stadium. Nell’occasione si osservò un primo tempo imbarazzante dei bianconeri (e una ripresa non troppo da meno)  tenendo conto che la Juve stava affrontando una squadra fortemente candidata alla retrocessione.
Il copione del gol realizzato dalla solita prodezza di Ronaldo e poi le barricate e una sorta di catenaccio versione 2019 non ha funzionato ieri, contro l’agguerrita compagine di fortissimi giovani dell’Ajax, straordinariamente organizzati dal tecnico ten Hag. 

E Allegri dalla panchina non sapeva che pesci pigliare. Ronaldo era abbandonato a se stesso in avanti, mentre Kean è entrato troppo tardi nella partita, chiuso da un Dybala irriconoscibile.

Sconfitta netta contro i giovani terribili dell’Ajax, che replicano con Van de Beek e De Ligt alla solita rete di Ronaldo. Per Allegri è stata una lezione di calcio.
La Champions resta così un tabù e la sconfitta della Juventus ai quarti porta con sé una certezza: senza gioco in Europa non vinci. Un tema su cui sicuramente rifletterà in queste ore la dirigenza bianconera.