
Guerra Israele-Iran: Borse europee in rosso – In fumo 185 miliardi. Petrolio, gas e oro più cari

Guerra Israele-Iran: Borse europee in rosso.
L’attacco aereo lanciato da Israele contro siti nucleari e installazioni militari iraniane ha avuto effetti immediati e significativi sui mercati finanziari internazionali. L’operazione, preparata da anni con l’impiego di tecnologia militare avanzata e agenti dell’intelligence israeliana, ha innescato un’ondata di incertezza che ha scosso profondamente le borse europee.
Gli equilibri geopolitici globali stanno cambiando: gli Stati Uniti sembrano meno presenti nel loro tradizionale ruolo di potenza guida, lasciando spazio a nuove dinamiche internazionali. Questo scenario di instabilità si è riflesso sulle principali piazze finanziarie europee, tutte in calo. A Milano il Ftse Mib ha perso l’1,28%, mentre Francoforte (DAX 40) ha ceduto l’1,14%, Parigi (CAC 40) l’1,04%, Madrid (IBEX 35) l’1,31% e Londra (FTSE 100) lo 0,39%.
Nel complesso, le aziende dello Stoxx Europe 600 hanno visto svanire 185 miliardi di euro di capitalizzazione. La Borsa italiana ha lasciato sul campo 12 miliardi, le banche europee 14, e gli istituti italiani circa 4. Sul fronte obbligazionario, il differenziale tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi si è mantenuto sotto i 100 punti base, mentre il rendimento del Btp decennale è salito al 3,47% e quello del Bund al 2,52%.
Fuga verso investimenti sicuri
“La reazione immediata dei mercati – spiega la pagina di economia de Il Messaggero – “ha seguito il classico copione dei momenti di crisi acuta. Il petrolio ha registrato un’impennata di quasi il 10%, segnando il balzo più significativo degli ultimi tre anni, mentre i mercati azionari, dall’Asia agli Stati Uniti, hanno subito forti ribassi a causa del clima d’incertezza. Di contro, si è verificata una prevedibile corsa verso i beni rifugio. L’oro ha visto un netto rialzo (1,73% a 95,58 euro/grammo) ei Treasury statunitensi si sono rafforzati (+ 1,97%), con gli investitori che hanno cercato la sicurezza dei titoli di stato americani. Anche il dollaro americano, nonostante recenti dubbi sulla sua affidabilità, si è apprezzato, beneficiando del suo status di valuta di riserva globale, in un contesto di fuga dal rischio, riportando il cambio in area 1,15 . «La vera incognita per gli investitori è l’evoluzione del conflitto, poiché un’ulteriore escalation potrebbe avere conseguenze economiche globali ben più gravi», si legge in un report di Azimut.
Vendita a 38 euro (+5%) il gas ad Amsterdam a 38,2 euro al megawattora. Prezzo del petrolio in forte rialzo questa mattina sui mercati delle materie prime: Con la tensione in Iran il Wti con consegna a luglio viene scambiato sopra i 74 dollari con un aumento dell’8% mentre il Brent con consegna ad agosto passa di mano sopra i 75 dollari con una crescita dell’8,5%.
Anche Wall Street in territorio negativo. Gli Stati Uniti hanno comunicato di non aver avuto alcun ruolo o coinvolgimento. Il presidente Donald Trump, in un post sul suo social media Truth Social, ha avvertito l’Iran che deve sedersi al tavolo delle trattative sul nucleare. «L’Iran deve raggiungere un accordo, prima che non rimanere nulla. Basta morte, basta distruzione. Fatelo e basta, prima che sia troppo tardi», ha scritto. L’indice di volatilità Vix, il principale indicatore della paura, è salito di oltre il 17%, raggiungendo quota 21”.