I BRICS si riuniscono e annunciano: “E’ il più grande evento di politica internazionale della storia”

Dal 22 al 24 ottobre si terrà a Kazan, in Russia, il summit dei BRICS, un importante incontro che riunisce i leader di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

L’acronimo BRICS ha origine nel 2009 (BRIC), con l’aggiunta del Sudafrica nel 2011. Quest’anno, però, il vertice vedrà la partecipazione di molti altri leader, tra cui quelli di Arabia Saudita, Iran, Egitto e Turchia, anche se non tutti fanno parte ufficialmente del gruppo. Il summit di Kazan è considerato un evento cruciale per la politica internazionale, in particolare per la Russia, che vede in esso una risposta all’isolamento imposto dall’Occidente a causa della guerra in Ucraina.

L’importanza dei BRICS è cresciuta negli anni, nonostante le tensioni geopolitiche globali, con sempre più Paesi interessati a farne parte. Attualmente, i Paesi BRICS rappresentano il 35,6% del PIL mondiale, superando il G7 in termini di parità di potere d’acquisto, e ospitano il 45% della popolazione mondiale. La crescita economica prevista per il 2024, specialmente in Cina, India e Russia, rafforza ulteriormente il loro peso globale.

Ma i BRICS faticano a trovare una direzione comune.

A differenza del G7, che ha una leadership chiara (gli Stati Uniti), i BRICS mancano di una gerarchia interna e di un leader dominante, rendendo difficile coordinare una strategia condivisa. In questo contesto, la Russia ha assunto un ruolo diplomatico centrale, lavorando per espandere il gruppo e consolidare la sua influenza.

” È chiaro  – si legge sul sito specializzato insideover.com – “che Russia e Cina vogliono (anche) usare i BRICS come un grimaldello per scardinare il predominio globale degli Usa o, per dirla con i loro termini, per passare da un mondo unipolare a uno multipolare. Non è un caso se Putin si presenterà a questo summit di Kazan presentando un nuovo sistema di pagamento che, a sentire le fonti russe, dovrebbe essere completamente sganciato dal dollaro, individuato come il vero e fondamentale strumento della supremazia americana. Per le ragioni di cui si parlava prima, però, il confronto con gli Usa diventa automaticamente un confronto con il famoso “Occidente collettivo” di cui parla spesso Sergej Lavrov, il ministro degli Esteri della Russia. E questa è una sfida che non tutti i BRICS voglio affrontare. Non certo il Brasile o l’India né, guardando avanti, l’Arabia Saudita o la Turchia. Questi Paesi non vogliono buttare giù il teatro ma ottenere un posto in prima fila. In termini più nobili: vogliono più democrazia nelle grandi scelte della politica globale. Questo è, ovviamente, un problema per le ambizioni di Russia e Cina. Che hanno dalla loro, però, proprio la reazione dell’Occidente. Se chi si ribella, o anche solo alza la testa di fronte al predominio occidentale, viene tempestato di sanzioni primarie, e chi non si adegua è colpito dalle sanzioni secondarie, nessun Paese può sentirsi al sicuro. La tentazione di costruire un sistema alternativo per gestire le relazioni commerciali, senza dover passare per il dollaro, lo Swift e gli altri colli di bottiglia gestiti dall’Occidente, diventa di giorno in giorno più forte. Non si sa mai… E certo non aiutano le folli guerre occidentali che hanno devastato Paesi come Iraq, Libia, Siria, o l’appoggio cieco allo strabismo di Benjamin Netanyahu.

Vedremo dunque che cosa uscirà dalle riunioni di Kazan. Come minimo minimo una constatazione: che il mondo sta cambiando, ci piaccia o no”.