27/04/2020

Politica

I vescovi attaccano Conte: “Ancora Messe vietate, è una ferita ingiustificabile”

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Duro attacco dei vescovi italiani, dopo che il premier Giusppe Conte ha illustrato il nuovo decreto sulla Fase 2, nel quale resta (almeno per il momento) il divieto per i fedeli di partecipare alla Messa domenicale.

“I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”. È la nota diffusa nella serata di ieri, 26 Aprile, dalla  Cei, dal titolo “Il disaccordo dei vescovi”

“Una ferita incomprensibile e ingiustificabile”, spiega il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio che aggiunge: “E’ difficile a questo punto far capire perché si potrà tornare in fabbriche e in uffici, entrare in negozi piccoli e grandi di ogni tipo, andare in parchi e giardini e invece non si potrà partecipare alla Messa domenicale. Sarà difficile perché è una scelta miope e ingiusta. E i sacrifici si capiscono e si accettano, le ingiustizie no”.

A queste parole arriva immediata la risposta del governo:

“La Presidenza del Consiglio prende atto della comunicazione della Cei e conferma quanto già anticipato in conferenza stampa dal Presidente Conte. Già nei prossimi giorni – è la nota diffusa da Palazzo Chigi – si studierà un protocollo che consenta quanto prima la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni liturgiche in condizioni di massima sicurezza”.

“Credo che l’ammonimento della Cei sia corretto – ha aggiunto il capogruppo Pd al senato Andrea Marcucci – Non poter individuare ipotesi che prevedano il distanziamento sociale ma permettano le funzioni religiose sembra incomprensibile. Spero che il governo ci metta più attenzione”.

Resta intanto la chiusura alle messe con la partecipazione dei fedeli, nonostante la Chiesa italiana avesse chiesto una riapertura rispettando le condizioni di sicurezza anti-contagio.

La deroga concessa dal governo riguarda al momento soltanto la celebrazione dei funerali, ai quali tuttavia potranno partecipare un numero limitato di persone, soltanto i parenti stretti.

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