
Inps ad un passo dal collasso. Ecco come siamo arrivati a questo punto
Inps ad un passo dal collasso. Ecco come siamo arrivati a questo punto
L’Inps si trova ormai ad un passo dal collasso con 23 milioni di pensionati e altrettanti lavoratori, con i conti sull’orlo del dissesto.
Ciò è stato causato dalle cattive riforme, che vanno storicamente dalla fine del sistema a capitalizzazione fino alla Quota 103. Il sistema previdenziale italiano è stato danneggiato da queste riforme, le quali sembrano insensate considerando la situazione economica e demografica del Paese.
Il problema è antico, iniziato nel 1945 con un decreto luogotenenziale che ha introdotto un sistema a ripartizione anziché a capitalizzazione. Nel corso degli anni, ulteriori riforme hanno peggiorato la situazione, come le baby pensioni e le pensioni privilegiate per alcune categorie. Nel 1992, si è tentato di mettere un freno a queste distorsioni, ma il sistema a ripartizione continuava a mostrare le sue crepe.
Negli anni successivi sono state fatte varie riforme, come il sistema contributivo, ma la previdenza continua a funzionare a ripartizione, con un numero crescente di pensionati e una diminuzione dei lavoratori attivi. Nonostante ciò, i governi successivi hanno cercato di concedere sgravi contributivi a varie categorie, creando un debito previdenziale sempre più elevato.
Le riforme successive, come Quota 100 e Quota 102, hanno favorito i pensionati, ma hanno peggiorato le prospettive future.
Attualmente, in Italia si pagano circa 23 milioni di pensioni per 23 milioni di lavoratori, e l’Inps continua ad assumere enti previdenziali in difficoltà. Se non si torna a un sistema a capitalizzazione, le generazioni future difficilmente potranno godere di pensioni adeguate.