Se ne e discusso in Senato dopo che Tito Boeri, presidente uscente dell’Inps ha presentato un’analisi sugli effetti del reddito di cittadinanza, sulla base delle regole del decreto giunto in Parlamento.
Sarebbe precisamente il 45% dei lavoratori dipendenti privati del sud a guadagnare una cifra inferiore rispetto ai 780 euro destinati ai futuri percettori del reddito di cittadinanza.
La situazione potrebbe avere anche dei risvolti sociologici che sono stati definiti nello studio “ un effetto spiazzamento”: è quanto potranno provare i lavoratori dipendenti che ricevono uno stipendio inferiore alla cifra stabilita dal governo.
Così si legge nel testo presentato in Senato da Tito Boeri:

“Il problema è che il Reddito di cittadinanza fissa un livello di prestazione molto elevato per un singolo”… La possibilità di accedere a un reddito di cittadinanza di 780 euro ” ha come ulteriori controindicazioni il fatto di rischiare di spiazzare i redditi di lavoro. Secondo i dati Inps – prosegue la relazione – “quasi il 45% dei dipendenti privati nel Mezzogiorno ha redditi di lavoro netti inferiori a quelli garantiti dal reddito di cittadinanza a un individuo che dichiari di avere un reddito pari a zero. E secondo le nostre stime circa il 30% dei percettori avrà un trasferimento uguale o superiore a 9360 euro netti”

In media secondo l’Istituto nazionale di previdenza sociale, i trasferimenti saranno di 6mila euro l’anno, “un valore pur sempre più alto dei redditi da lavoro del 10% più basso della distribuzione dei redditi da lavoro. E tutto questo – scrive l’Istituto – fa pensare che gli effetti di scoraggiamento al lavoro siano rilevanti”.

Come fare? Per arginare il futuro squilibrio secondo lo studio dell’Inps è necessario rivedere i criteri usati per assegnare il reddito che avvantaggiano in particolar modo i single:
“La tipologia di nucleo su cui è concentrato il Reddito di cittadinanza è quella dei single che rappresentano più del 55% dei nuclei beneficiari a causa della scala di equivalenza adottata dal decreto “che non trova corrispettivo in alcuna delle scale di equivalenza utilizzate a livello internazionale per graduare i trattamenti assistenziali in base al numero dei componenti il nucleo famigliare”.

In questo modo il reddito di cittadinanza andrebbe a ridurre il beneficio per i nuclei con figli. La proposta allora è fissare invece un importo del Reddito di cittadinanza più basso per un single per aiutare maggiormente le famiglie e evitare di “spiazzare una componente così rilevante del lavoro soprattutto al Sud”.