Liberata Cecilia Sala – La gioia della famiglia

Cecilia Sala, giornalista italiana detenuta in Iran dal 19 dicembre, è stata rilasciata e sta tornando in Italia. L’annuncio è stato dato da Palazzo Chigi, che ha confermato il decollo dell’aereo da Teheran diretto a Ciampino, dove è previsto l’arrivo intorno alle 15:30. La liberazione è stata possibile grazie a un intenso lavoro diplomatico e di intelligence, come sottolineato nel comunicato ufficiale.

Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha contattato personalmente i genitori della giornalista per informarli della notizia e ha espresso gratitudine a tutti coloro che hanno reso possibile il suo ritorno.

Il padre di Cecilia, Renato Sala, si è detto profondamente orgoglioso della figlia e ha descritto i giorni di attesa come una “partita a scacchi” piena di incertezze. Ha anche ringraziato il governo per l’eccezionale lavoro svolto.

Daniele Raineri, compagno di Cecilia, ha raccontato di averla sentita al telefono e che era emozionata e felice, confermando il loro imminente incontro a Roma. Numerosi politici hanno celebrato la liberazione. Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ha elogiato il lavoro di squadra che ha portato al successo dell’operazione.

Anche le istituzioni parlamentari hanno espresso la loro soddisfazione. Al Senato, un lungo applauso ha accolto la notizia, mentre il presidente Ignazio La Russa ha manifestato commossa gratitudine al governo e alla diplomazia italiana. Lorenzo Fontana, presidente della Camera, ha augurato a Cecilia un ritorno sereno accanto ai suoi cari.

Un risultato ottenuto attraverso un’efficace sinergia tra diplomazia e intelligence, portando a una conclusione rapida e positiva.

“Ho pianto soltanto tre volte nella mia vita – ha dichiarato il padre Renato Sala –  “Credo che il governo del nostro Paese abbia fatto un lavoro eccezionale. Se mi sente la voce rotta, non vedevo l’orizzonte. E’ stato un lavoro di coordinamento straordinario. Confidavo nella forza di Cecilia”. “Dirò a Cecilia che sono orgoglioso di lei e della capacità e la compostezza che ha avuto in questa vicenda. Nei suoi giorni di prigionia l’ho sentita tre volte. In questo periodo ho avuto l’impressione di una partita a scacchi, ma i giocatori non erano soltanto due. A un certo punto la scacchiera si è affollata e questo ha creato forti timori in un genitore come me, che purtroppo ignora le mosse”, ha aggiunto il papà di Cecilia Sala. “Fortunatamente io e Antonio Tajani abbiamo abitato per dodici anni a due passi l’uno dall’altro e c’è stata una frequentazione trasformata in un’amicizia. Il conforto di un’informazione, pur tutelata ma diretta e immediata indubbiamente ha aiutato molto”.