12/12/2022

Economia

Pensioni 2023, ecco i nuovi coefficienti: quali aumentano e quali hanno il taglio della rivalutazione

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Nuove pensioni 2023: ecco i nuovi coefficienti: quali aumentano e quali con il taglio della rivalutazione

Dal 2023 sono in arrivo nuove fasce di rivalutazione delle pensioni, con il passaggio dai tre scaglioni a sei nuove fasce con la salvaguardia di chi percepisce a 4 volte la pensione minima.

Ecco le nuove fasce di rivalutazione delle pensioni spiegate da Mirco Galbusera, pe ril sito di economia “Investire Oggi”:

“Attualmente la legge prevede che le pensioni siano rivalutate al 100% solo fino a 4 volte l’importo del trattamento minimo. Invece, da 4 a 5 volte la perequazione automatica non è piena e scende al 90%. Mentre sopra le 5 volte, la rivalutazione scende al 75%.

In base al nuovo schema ministeriale, dal 2023 si dovrebbe partire da sei fasce di rivalutazione così preconfezionate:

100% fino a 4 volte il trattamento minimo
80% da 4 a 5 volte il trattamento minimo
55% da 5 a 6 volte il trattamento minimo
50% da 6 a 8 volte il trattamento minimo
40% da 8 a 10 volte il trattamento minimo
35% oltre le 10 volte il trattamento minimo
In pratica la pensione aumenterebbe, non già del 7,3% come previsto dal decreto recentemente firmato dal ministro all’Economia Giancarlo Giorgetti, ma meno in relazione al maggiore importo di pensione.

Quindi secondo un meccanismo inversamente proporzionale alla rendita: più questa sale e meno è rivalutata. Con penalizzazione fino a circa due terzi per le pensioni da 5.700 euro in su.
Aumento pieno fino a 1.650 euro”

“L’aumento – spiega ancora InvestireOggi – ” sarà pieno solo per chi prende 2.280 euro al mese (circa 1.650 euro netti). Per chi, invece percepisce una pensione di 3.420 euro al mese (circa 2.200 euro netti), l’aumento sarà solo del 3,65%. Percentuale ovviamente inadeguata a coprire i costi del carovita con perdita automatica del potere di acquisto. Il costo dell’inflazione, quindi, lo pagherà soprattutto la classe media. E più si sale, meno rivalutazione si percepisce. Fino alle pensioni che superano i 5.700 euro al mese per le quali gli incrementi saranno di circa un terzo del tasso fissato dal Mef al 7,3%. Quindi, circa 145 euro al mese. A conti fatti, secondo i dati dell’Osservatorio Pensioni Inps, il taglio riguarda circa 3 milioni di pensioni i cui importi superano la soglia di 4 volte il trattamento minimo previsto per il 2023. Quindi circa il 15% delle pensioni in pagamento. In Italia. Il risparmio dovrebbe aggirarsi, secondo le prima stime, in 2,5 miliardi di euro”.

 

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