08/09/2023

Cronaca

Pugno duro Meloni col Decreto Caivano’: arresti in flagranza, daspo e ‘lotta’ al porno: ecco le misure contro i baby delinquenti

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Pugno duro Meloni: arresti in flagranza, daspo e ‘lotta’ al porno: ecco le misure contro i baby delinquenti

Il governo ha approvato il “Decreto Caivano”, per combattere la crescente criminalità giovanile, in risposta agli episodi di violenza registrati a Caivano e Palermo.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa, ha sottolineato la necessità di questa misura, in particolare dopo il gravissimo episodio a Caivano, dove due giovani ragazzine sono state stuprate ripetutamente dal branco.

Il decreto introduce diverse misure per combattere la criminalità tra i giovani, incluse pene più severe per i minori e l’arresto in flagranza per alcuni reati commessi da ragazzi tra i 14 e i 18 anni. Meloni sottolinea che queste misure sono intese come prevenzione, non come repressione. Nel decreto è previsto anche un “Daspo urbano” per i quattordicenni, ma non è stata abbassata l’età minima di imputabilità da 14 a 12 anni.

Viene esteso ai dodicenni l’ammonimento del questore e, in certi casi, i genitori potrebbero essere chiamati in causa. Meloni ha anche menzionato la possibilità di revoca della potestà genitoriale per quei genitori che introducono i propri figli nella criminalità o che favoriscono l’abbandono scolastico.

«Se l’uso dei minorenni si è allargato nelle pratiche criminale è anche perché la criminalità organizzata sapeva che non ci sarebbero state particolari conseguenze. Si è fatta scudo dei giovani. Per tutelarli li abbiamo esposti» ha evidenziato Meloni. “Finora se un ragazzo girava con la pistola carica non si poteva arrestare. Per questo abbiamo previsto l’arresto in flagranza per reati prima non previsti per ragazzi tra 14 e 18 anni».

“Nel decreto – riporta il Corriere della Sera – “c’è il Daspo urbano per i quattordicenni ma non c’è l’abbassamento della imputabilità da 14 a 12 anni. «Non se n’è mai parlato» assicura la premier. C’è invece l’estensione ai dodicenni dell’ammonimento del questore. Ma, assicura la premier: «Nessuno sbatte in galera i bambini. I 12enni vengono convocati assieme ai genitori che possono essere chiamati in causa».

«Se introduci un minore nelle dinamiche criminali credo sia giusto che ti venga tolta la potestà genitoriale – dichiara Meloni: “Noi offriamo alternative alla strada e allo spaccio, potenziamo la scuola e il doposcuola. Ma funziona se i bambini a scuola ci vanno. Finora per chi non li mandava la pena era di 30 euro e basta. Ora ti fai due anni di carcere e rischi la revoca della patria potestà”.

«Le misure sono insufficienti – conclude Meloni, come riporta il Corriere –  “Ma siamo pronti a inserirne altre», assicura. Ad esempio la certificazione dell’età di chi accede ai siti porno, espunta dal testo. «È una materia molto complessa sulla quale si interrogano i governi di mezzo mondo e non considero giusto intervenire per decreto. Spero che il Parlamento possa agire: quando il ministro Roccella ha detto che l’età di primo accesso ai siti pornografici è scesa ormai a 6 anni ho visto sbiancare le facce di alcune madri ed anche la mia»

 

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