28/11/2018

Territorio

Salone del Libro – La Regione non partecipa all’acquisto del marchio. La replica “E’ un grave errore”

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La Regione Piemonte non parteciperà all’asta per l’acquisizione del marchio Salone del libro. È quanto annunciato in aula dall’assessora alla Cultura, Antonella Parigi rispondendo al question time del consigliere di Liberi e Uguali, Marco Grimaldi.

“La Regione è intervenuta per salvare tutto quello che era nelle sue possibilità, ma come enti pubblici siamo impossibilitati a sanare debiti di qualsiasi società o fondazione – ha puntualizzato l’assessora Parigi – Nel frattempo abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con la Fondazione Circolo e la Città di Torino per dare avvio e seguito alla manifestazione nei i prossimi tre anni, le risorse necessarie sono già state deliberate. Accogliamo con favore tutte le iniziative portate avanti dai cittadini e dai comitati spontanei poiché dimostrano quanto la cultura rappresenti ancora uno dei pilastri di questa città. Sarebbe bello che questo interesse dei cittadini si rivolgesse anche ad altre realtà, penso ad esempio al teatro Regio”.

La base d’asta da cui si partirà è di circa 500.000 euro, composti dal marchio e i suoi collegati (ad esempio Portici di carta) per 355.000, 117.000 euro per le strutture e gli allestimenti del Lingotto, 20.000 per i restanti beni dell’ex Fondazione del Libro. I creditori del Salone hanno più volte ricordato che salvare il marchio però non basta “la Fondazione in liquidazione ha 10.753.000 euro di debiti, di cui 7.000.000 con persone o aziende torinesi. Lo scarto tra crediti esigibili e debiti denunciati dovrebbe ammontare a circa 4.500.000”. Negli ultimi giorni si è attivata una proposta di crowdfunding da parte di liberi cittadini per la partecipazione all’acquisizione del marchio.

Un grave errore che Regione e Città non partecipino all’asta per l’acquisizione del marchio del Salone del Libro, dovrebbero al contrario essere in prima fila – dichiara il consigliere Grimaldi – “Gli stessi enti dovrebbero essere i primi interessati a mettere insieme risorse e attori diversi, invece continuiamo a sperare che siano ‘altri soggetti’ del territorio a farlo. Non si dica che questa è una strada obbligata. Non partecipare all’asta è una scelta perché lascia campo aperto ai privati, con il rischio che, acquisito il marchio, facciano il Salone che vogliono, dove vogliono e come vogliono”.

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