Torino – Conti in rosso, chiude anche Busters Coffee, lo “Starbucks della Mole”

La catena di caffetterie Busters Coffee, originaria di Torino e nata con l’obiettivo di diventare lo “Starbucks della Mole” va verso la chiusura, dopo tredici anni di attività.

Il tribunale torinese, su richiesta della stessa società, ha dichiarato la liquidazione della Busters srl, nominando Maurizio Gili commissario. I creditori sono stati convocati per l’esame dello stato passivo il 9 maggio.

Busters ha quattro locali a Torino, compreso uno in Piazza Statuto e gli altri tre in via Cesare Battisti, Lungo Dora Siena e via Sant’Ottavio, La società ha dichiarato di versare in uno stato di insolvenza irreversibile, portando alla richiesta di liquidazione. Sergio Garassino, amministratore unico e socio di controllo, ha guidato la società attraverso il difficile periodo finanziario.

Nel 2022, i ricavi lordi sono stati di 508mila euro, ma l’attività ha generato perdite, aggravate dal rialzo dei prezzi delle materie prime, in particolare del caffè.

Busters Coffee, nata nel 2010, ha inizialmente riscosso successo, generando un milione di euro circa di ricavi in un anno, servendo una vasta gamma di prodotti tra cui espressi, caffè americani, cioccolate, milkshake estivi, muffin e cookie.

“Nel 2022 – scrive Affari Italiani – “i ricavi lordi di Busters sono stati di 508mila euro ma “l’attività genera perdite e non vi è la possibilità di invertire tale trend negativo”, anche per il rialzo dei prezzi delle materie prime e proprio del caffè. A ottobre scorso, così, con 356mila euro di perdite (pur a fronte di ricavi per 530mila euro) il patrimonio netto è diventato negativo per 201mila euro. All’inizio Busters Coffee era arrivata a far galoppare il proprio giro d’affari con un milione di euro circa di ricavi totalizzati servendo in un anno 75mila espressi, 80mila caffè americani, 20mila cioccolate, 50mila milkshake estivi. E poi muffin, cookie, cioè tutta la gamma che ha reso celebre le caffetterie anglosassoni come Costa Coffe, Caffè Nero e appunto Starbucks. Adesso l’ultimo caffè, amarissimo”.