
Torino – Stellantis “premia” Tavares: mega assegno di 35 milioni di euro. E scoppia la polemica

Stellantis, via libera a 35 milioni per Tavares. Ed è polemica: “Premi a chi ha affondato l’azienda, mentre gli operai restano senza lavoro”
Nonostante i pesanti segni negativi nei bilanci di Stellantis per l’anno 2024, l’assemblea degli azionisti ha approvato un maxi compenso da 35 milioni di euro per l’ex amministratore delegato Carlos Tavares. La cifra include 23 milioni in retribuzioni per l’anno appena trascorso e 12 milioni di buonuscita, che verranno versati nel 2025, nonostante il peggior risultato economico nella storia recente del gruppo.
Il voto si è svolto con la partecipazione del 72,4% del capitale sociale, ottenendo un’approvazione del 66,9%, mentre il 33% si è espresso contro la proposta. Un’opposizione significativa, che riflette il disagio di fronte a compensi così elevati concessi in un momento di forte crisi.
A condannare duramente la decisione è stato il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, che ha denunciato lo squilibrio tra gli alti dirigenti e la condizione reale dei lavoratori: “Vengono premiati coloro che hanno contribuito al tracollo dell’azienda, mentre gran parte dei dipendenti è costretta a ricorrere alla cassa integrazione”. Secondo De Palma, il legame tra l’azienda e i lavoratori è ormai logorato, se non “prossimo al collasso”.
Il sindacalista ha poi evidenziato come la priorità dovrebbe essere investire nella ricerca, nello sviluppo e nei salari dei lavoratori, invece di assegnare bonus milionari a chi ha guidato l’azienda in una delle fasi più difficili. Nei primi tre mesi del 2025, la produzione in Italia è crollata a 109.000 veicoli, segnando una contrazione di oltre un terzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato che preannuncia un 2025 ancor più critico per il settore.
Anche John Elkann, presidente di Stellantis, ha ricevuto quasi 3 milioni di euro nel 2024. Durante l’assemblea ha però lanciato un allarme: le normative ambientali europee e le tariffe imposte dagli Stati Uniti stanno mettendo a dura prova l’intero comparto industriale. Elkann ha parlato di un “percorso irrealistico verso l’elettrificazione”, troppo distante dalle condizioni del mercato, e ha denunciato le “misure protezionistiche” adottate da Donald Trump, come potenziali minacce all’economia del settore auto.
La Fiom-Cgil ha reagito avviando una campagna per sostenere i lavoratori colpiti dalla cassa integrazione, chiedendo l’integrazione del reddito e un piano concreto di rilancio industriale. “Elkann deve farsi carico delle proprie responsabilità nei confronti dei lavoratori italiani”, ha ribadito De Palma, chiedendo che il governo convochi urgentemente un tavolo con l’azienda e i sindacati: “È ora che Palazzo Chigi intervenga: non si può più restare a guardare”.