E la prima volta nel nostro paese che un gruppo di ricercatori è riuscito a ricostruire una mappa “dell’odio”, che consente di monitorare ogni giorno la quantità di odio profusa in rete, la quantità di discorsi di incitamento all’odio nella nostra lingua pubblicati su Twitter.

C’è odio a tutte le ore e i tutte le salse, ma i messaggi più diffusi e numerosi sono quelli rivolti contro le minoranze.
“In Italia un tweet su sette contiene un discorso di incitamento all’odio” – spiegano i ricercatori che hanno lavorato al progetto Controlodio, condotto dalle Università di Torino e Bari insieme all’associazione Acmos.

“I dati – spiegano – “si riferiscono gli ultimi 3 mesi del 2018 e da questi emerge che in particolare gli insulti sono rivolti a rom, migranti o minoranze religiose. Tradotto nel mondo reale è come se noi, ogni 7 frasi che pronunciamo ne dicessimo una che è un’insulto contro una di queste tre minoranze. L’algoritmo raccoglie i tweet in lingua italiana, li filtra per parole chiave e grazie al machine learning identifica i tweet che rappresentano un incitamento all’odio”.
E ciò che racconta al Fatto Quotidiano Marco Stranisci, repsonsabilie del progetto.
I tweet vengono quindi geolocalizzati al’interno di una mappa virtuale. E non ci sono gosse differenze su base regionale: l’odio è infatti uniforme, da nord a sud.
“L’odio è uniforme in tutta Italia – aggiunge Stranisci- “da ottobre a oggi, il 14% dei tweet italiani sono discorsi d’odio. I picchi di odio coincidono con notizie di cronaca, ma è soprattutto il modo con cui personaggi pubblici parlano di questi fatto di cronaca che influisce sull’aumento dei discorsi di odio”