Si registra in Piemonte, nelle ultime settimane,  un aumento dei casi positivi fra persone giovani o di mezza età che risultano per lo più asintomatiche o con sintomi lievi. E’ il quadro che emerge nella nostra regione, a fronte di una situazione che vede circa una ventina di positivi in più ogni giorno.

Zero i decessi registrati nelle ultime 24 ore, mentre aumentano quotidianamente i guariti: in totale le persone risultate negative ai due test di verifica al termine della malattia, sono 23.711 (+138 rispetto a sabato).
Altri 1.466 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.

Questo invece il bollettino dei contagi emesso ieri dall’Unità di crisi: i positivi in totale Sono 31.241 (+ 26 rispetto a sabato, di cui 20 asintomatici; delle 26: 12 Rsa, 6 screening, 7 contatti di caso e 1 con indagine in corso) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte, così suddivise su base provinciale: 4058 Alessandria, 1871 Asti, 1042 Biella, 2849 Cuneo, 2772 Novara, 15.850 Torino, 1319 Vercelli, 1125 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 261 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 94 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 19 (+2 rispetto a sabato). I ricoverati non in terapia intensiva sono 356 (-2 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 1638. I tamponi diagnostici finora processati sono 390.209, di cui 214.655 risultati negativi.

Gli anziani sono ora generalmente più prudenti, mentre nuovi casi si registrano fra i giovani e le persone di mezza età, ma sono per lo più asintomatici o ‘paucisintomatici’, ossia con pochi sintomi o lievi.

E’ l’identikit degli ultimi positivi riscontrati in Piemonte, lo ha spiegato il professor Giovanni Di Perri, responsabile Malattie infettive all’ospedale Amedeo di Savoia. Intervistato dal quotidiano La Stampa, Di Perri ha ribadito come il virus continui a circolare:
“Oggi ha meno da mordere, diciamo così – ha dichiarato il medico alla Stampa. “Intanto sfruttiamo ancora l’effetto del lock down. E comunque, purtroppo nei mesi scorsi più critici c’è già stata una certa selezione. Generalmente gli anziani sono più prudenti, più disciplinati, circolano poco e osservano l’obbligo delle misure di sicurezza. E più in generale – aggiunge – “ i nuovi casi rimandano a giovani e a persone di mezza età, molte delle quali asintomatiche o paucisintomatiche”.

Ma la guardia deve restare alta: “Mi aspetto nuovi focolai, come quello nella Rsa del Monferrato – ha concluso il medico – l’importante è aggredirli subito”.