Passaporti più potenti al mondo: l’Italia è al primo posto – La classifica 2024

Il passaporto italiano si posiziona come il più potente al mondo, nella speciale classifica 2024, consentendo l’accesso a 194 Paesi su 227 senza la necessità di visti, secondo il report annuale di “Henley&Partners”.

Questa posizione di vertice è condivisa con i passaporti di Francia, Giappone, Germania, Spagna e Singapore.

L’incremento rispetto all’anno precedente, in cui l’Italia si trovava al quarto posto con 189 paesi accessibili, evidenzia un notevole miglioramento. Al secondo posto, con l’accesso a 193 nazioni, si collocano Corea del Sud, Finlandia e Svezia. La classifica mostra anche la Cina, che ora si trova alla 62esima posizione con l’accesso a 85 nazioni, raddoppiando il numero rispetto a 10 anni fa.

Il presidente di “Henley&Partners”, Christian Kaelin, sottolinea una tendenza positiva di apertura da parte dei paesi nel consentire viaggi senza visto.

“Il numero medio dei paesi a cui i viaggiatori possono accedere senza visto è passato da 58 nel 2006 a 111 nel 2024 – ha dichiarato Kaelin –. I cittadini dei paesi in cima alla classifica sono ora in grado di viaggiare verso 166 destinazioni in più rispetto a quelli dell’Afghanistan, che si trova in fondo alla classifica con accesso a soli 28 paesi».

«Nella migrazione degli investimenti è in gioco una dinamica gemella, in quanto gli investitori perseguono la diversificazione sovrana e allo stesso tempo gli Stati nazionali cercano di aumentare il loro capitale sovrano. In entrambi i casi, l’ottenimento della residenza e della cittadinanza attraverso gli investimenti rappresenta una soluzione ottimale, in quanto crea uno scenario ‘win win’ per tutti».

Quindi, ha concluso: «La continua volatilità e l’incertezza continuano a spingere le persone ad elevato patrimonio netto di tutto il mondo a esplorare le soluzioni di residenza e cittadinanza più adatte per gestire i rischi che potrebbero minacciare il loro capitale e il loro stile di vita e per creare nuove opportunità di crescita».