Era sbarcato 8 anni fa, nel 2011, a Lampedusa, senza documenti, soltanto con la speranza di cambiare la propria vita.

Ahmed Musa si è poi trasferito a Torino ed è riuscito ad iscriversi all’Università dove ieri si è laureato, a 32 anni, con una tesi sui diritti umani in Darfur, l’area da cui è arrivato e dove ha vissuto esperienze terribili. Incarcerato e privato della nazionalità, ha visto torturare e uccidere il padre e di sei fratelli

Le difficoltà non sono mancate a Torino: Ahemd ha vissuto i primi gironi dormendo alla stazione di Porta Nuova e poco tempo fa è stato vittima di un’aggressione a sfondo razzista a Mirafiori.

Adesso, ottenuto lo status di profugo, è diventato padre di un bambino, chiamato Nelson Mandela e vive al Collegio universitario. Il suo obiettivo è ottenere il dottorato nel nostro paese.

Ahmed ha raccontato il suo passato tremendo: sfuggito al carcere in Darfur perché, considerato morto, è stato quindi abbandonato in un campo dove è stato soccorso da contadini.

Tre anni passati in Libia prima di arrivare in Italia, si era già laureato in Economia a Karthoun. Così ha raccontato al quotidiano Repubblica:

“Lo studio è un mezzo per dimostrare che nessuno può distruggere la volontà di un altro. Con lo studio, mi hanno insegnato i miei genitori, puoi cambiare la vita tua e quella degli altri. Ecco perché ho fatto questa scelta. E’ stato difficile ma qui mi trovo benissimo, sono fuggito da una guerra e ora sono una persona normale”.