Torino – Terremoto in Fondazione Crt: Palenzona si è dimesso da presidente: ecco perché

Fabrizio Palenzona si è dimesso dalla presidenza della Fondazione Crt dopo essere finito in minoranza sia nel consiglio d’indirizzo che nel consiglio di amministrazione.

Le dimissioni seguono quelle del segretario generale Andrea Varese. Palenzona ha denunciato l’esistenza di patti occulti tra consiglieri per influenzare nomine e decisioni, causando un’ingovernabilità.

Le tensioni sono aumentate con il tentativo fallito di formare un “parlamentino” favorevole a lui e lo scontro con il Cda. 

“Non posso tollerare maldicenze e comportamenti opportunistici né tantomeno giungere a compromessi sull’etica o sulla legalità» ha scritto  Palenzona nella lettera in cui ha annunciato ieri le dimissioni.

“Palenzona avrebbe voluto accontentare Cirio e Lo Russo, nominando Enzo Ghigo e Gianfranco Morgando, e poi avrebbe chiesto di nominare, tra gli altri, Alessandra Siviero e Maria Luisa Coppa  – scrive il Corriere della Sera – “In tutte queste partite, come del resto anche in Acri e in Unicredit, il vecchio stratega della finanza italiana è finito in minoranza. Pagando in fondazione il prezzo di un Cda, in scadenza tra 8 mesi, apertamente riottoso che gli contestava un po’ tutto, proprio o quasi come aveva fatto durante la presidenza Quaglia che così facendo aveva spalancato le porte a Palenzona. Il Cda si è impuntato sul nuovo statuto «allargato» che ha ridotto il peso di Torino; sulle consulenze, passate da 300 mila euro a 3 milioni; sugli investimenti non in linea con lo spirito filantropico dell’ente (20 milioni per le vigne di Enosis, 2 milioni per la banca romana del Fucino) ; e su una gestione distratta, assente, verticistica, spesso da remoto. Cominciata peraltro il giorno della sua elezione nell’aprile del 2023, quando Palenzona apprese della vittoria su Quaglia dai Caraibi”.

Questa la lettera dell’ex presidente Palenzona:

“Certamente, per la mia storia, per il mio percorso e anche per le profonde convinzioni che hanno ispirato questa mia Presidenza, non posso tollerare maldicenze e comportamenti opportunistici – siano essi manifestamente contrari con la missione della Fondazione o comunque anche solo incoerenti con i valori e i principi che mi avevano portato ad accettare il ruolo offertomi di Presidente della Fondazione – ne’ tantomeno giungere a compromessi sull’etica o sulla legalità. Mi riferisco a quest’ultima riguardo al pessimo spettacolo offerto nei tempi più recenti da taluni componenti degli organi sociali, che hanno cercato di piegare a logiche spartitorie la gestione di un ente volto invece all’aiuto filantropico e al sostegno di iniziative sociali ed economiche a favore della cultura e della scienza, da dispiegarsi nelle comunità territoriali e nel Paese in coerenza con la missione propria delle Fondazioni Bancarie”.