
“Il Po a Torino è una discarica di plastica” – Mille tonnellate nel fiume, è un dramma

I dati allarmanti sono stati diffusi in seguito al monitoraggio delle microplastiche nelle acque fluviali.
Lo studio è il primo di questo genere in Italia e uno dei primi effettuati al mondo. Si tratta di un dossier realizzato dallo European Reserch Institute e presentato al ‘Keep Clean and Run’, evento di sensibilizzazione ambientale arrivato alla sua quinta edizione.
Secondo l’analisi degli esperti, ogni giorno superano i confini a sud di Torino e sono trasportati dalla corrente del fiume circa 20 chilogrammi di piccoli frammenti che diventano 3000 kg quando il corso d’acqua esce dalla provincia di Torino . Sono in larga parte corpuscoli piccolissimi, di dimensioni comprese tra 0,3 e 5 millimetri, difficili da tracciare.
Lo studio ha previsto sette tappe: dalla sorgente di Pian del Re (nel Cuneese) alla foce di Pila, in provincia di Rovigo.
Due dei punti di controllo sono stati collocati nel Torinese: in entrata a Pancalieri e in uscita a Chivasso, con l’obiettivo di valutare l’impatto di città e provincia sulla quantità di materiale plastico che purtroppo viene trascinata dal fiume.
I risultati dicono che in un anno, a Torino, arrivano circa 7 tonnellate di minuscoli pezzettini e ne escono oltre 1000 tonnellate.
“Un risultato drammaticamente sorprendente” – ha dichiarato al quotidiano La Stampa Franco Borgogno, a capo del team di ricercatori che hanno effettuato lo studio. “Pensiamo inoltre – ha aggiunto- “che tutte le stime sono state effettuate per difetto, considerando solo il materiale presente in superficie, non quello accumulato sull’alveo».
I minuscoli frammenti di plastica sono come una massa invisibile. “Bisogna immaginarla come una nuvola di smog – ha aggiunto Borgogno – “Ormai è dimostrato che i frammenti sono volatili e si disperdono anche per via aerea”.
Oltre ai minuscoli frammenti, non mancano i rifiuti di grandi dimensioni che per latro non vengono presi in considerazione dallo studio e che darebbero risultati ancor più preccupanti.
Quindi l’importante invito del ricercatore: “La scienza sta studiando gli effetti della dispersione della plastica nell’ambiente. Ora l’unica cosa da fare è agire con le nostre scelte per cercare di ridurne al massimo l’utilizzo”.