04/10/2022

Territorio

Smart Working – In Italia è boom nel Nord Est: lo usa il 70% delle imprese. Indietro il Sud, fermo al 30%

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Smart Working – In Italia è boom nel Nord Est: lo usa il 70% delle imprese. Indietro il Sud, fermo al 30%

Sono stati diffusi i dati del report “Attualità e prospettive dello smart working. Verso un nuovo modello di organizzazione del lavoro?”. Il lavoro è stato presentato in occasione della giornata di studi sullo smart working, organizzata dall’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche), a Benevento.

I dati dell’analisi sono piuttosto chiari e spiegano come siano in particolare  le imprese del Nord Est a utilizzare lo smart working. Qui questo tipo di organizzazione del lavoro è utilizzato dal 70% delle imprese, contro il 53%  del Nord Ovest  e il 57%  del Centro. Più indietro il Mezzogiorno, fermo  al 30%..

Lo smart working piace sia alle imprese che ai lavoratori.

“Per due datori di lavoro su tre (66%) – spiega Il Sole 24 Ore, che ha riportato la notizia – ” incrementa la produttività e consente il risparmio dei costi di gestione degli spazi fisici, in particolare per le piccole imprese. Non solo, per il 72% dei datori di lavoro lo smart working aumenta il benessere organizzativo e migliora l’equilibrio vita-lavoro dei dipendenti. Sul versante dei lavoratori è il miglioramento della qualità della vita lavorativa ad essere particolarmente apprezzato. Per l’80% migliora l’organizzazione e la gestione degli impegni privati-familiari, per il 72% favorisce una maggiore autonomia rispetto a metodi, orari, ritmi, e luoghi di lavoro e soprattutto, il risparmio di tempo negli spostamenti (90%).

Così ha evidenziato Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp, riprso dal quotidiano di economia e finanza:  «Questo bilancio sul biennio trascorso ci induce a tenere conto anche dei marcati squilibri territoriali con una quasi totale carenza nel sud e nelle isole dello smart working quale indicatore di performance nella contrattazione aziendale relativa al premio di risultato delle imprese, che interessa solo il 3% delle imprese del Mezzogiorno rispetto a quasi il 50% delle imprese del nord-ovest e il 29% del nord-est. Eppure, il Mezzogiorno potrebbe beneficiare notevolmente della diffusione dello smart working, sia in termini di prestazioni lavorative svolte al sud per imprese del Nord (il cosiddetto “southworking”), sia in termini di ripopolazione delle aree interne.»”

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