
Torino – Uccide il figlio a colpi di pistola. Ma per la Cassazione merita l’attenuante: “E’ stato provocato”. Il caso
Torino – Uccide il figlio, ma per la Cassazione merita l’attenuante: “E’ stato provocato”. Il caso
Aveva ucciso il figlio a colpi di pistola ma per la Cassazione merita l’attenuante della provocazione, che invece gli era stata negata, per le continue “vessazioni e umiliazioni” cui era sottoposto. Pertanto oggi è stata annullata con rinvio la sentenza con cui più di un anno fa la Corte d’assise di Torino aveva condannato il settantaduenne Luciano Assandri a sei anni e otto mesi di carcere.
L’uomo sparò al figlio Diego, 39 anni, uccidendolo, il 17 aprile 2019 nel loro appartamento di Rivalta Bormida, in provincia di Alessandria.
“Secondo le stesse carte del processo – precisa l’Ansa – era “esasperato dal contegno offensivo e aggressivo” del giovane, “tossicodipendente da molti anni, già inutilmente collocato in varie comunità di recupero, che aveva dilapidato ogni risorsa economica familiare oltretutto accusando i genitori di non avere mai fatto nulla per lui”. Diego anche quel giorno “aveva nuovamente preteso soldi” e “aveva fisicamente aggredito il padre”.
“A differenza dei giudici d’appello – conclude l’Ansa – ” gli ‘Ermellini’ hanno ravvisato lo schema della cosiddetta “provocazione per accumulo” e hanno quindi ordinato un nuovo passaggio in aula per un approfondimento. Del resto – si legge nella sentenza – era stata la stessa Corte piemontese a dare per chiariti “i reiterati comportamenti ingiusti del figlio nei confronti del padre” e “il grave e sedimentato perturbamento emotivo”, dovuto alla “situazione di oppressione”, che pativa il 72enne, e che aveva portato a riconoscergli un “vizio parziale di mente”.