Il Piemonte cresce, ma Torino ‘arranca’: non è più il motore della Regione ma è sempre “più povera e marginale”. Lo studio
Il Piemonte cresce, ma Torino ‘arranca’: non è più il motore della Regione. Lo studio
Lo studio di Bankitalia spiega come Torino si trovi in una situazione paradossale: le casseforti dei cittadini contengono oltre 120 miliardi di euro, ma la città stessa “è sempre più povera e marginale”.
Infatti gli investimenti e la produttività diminuiscono, ma anche i prestiti per sostenere l’industria e i servizi.
Questo squilibrio tra patrimoni e attività di sviluppo reale è evidenziato da un rapporto di Bankitalia sull’economia regionale. Dallo studio emerge che il Piemonte registra una crescita in linea con quella nazionale, trainata soprattutto dalle province di Cuneo, Biella, Asti e Alessandria, ma Torino è in frenata.
In particolare, nel periodo tra il 2000 e il 2019, il Pil di Torino è diminuito dello 0,7% rispetto ad altre aree metropolitane del Nord che hanno registrato un aumento del 17,3%.
La città, nota per l’industria automobilistica, cerca ora di trasformarsi in una città del turismo e della conoscenza, ma è ancora fortemente dipendente dall’economia legata all’automobile.
La produttività procapite è diminuita del 30% in dieci anni e la città ha perso rilevanza nel settore hi-tech. Inoltre, la bassa percentuale di laureati e la mancanza di investimenti contribuiscono alla marginalizzazione di Torino. L’occupazione è cresciuta, ma i costi fissi hanno un impatto maggiore sulle famiglie meno abbienti. L’aumento dei tassi dei mutui rappresenta un ulteriore rischio per le famiglie.
“Il nuovo rischio per le famiglie è l’aumento dei tassi dei mutui – spiega il Corriere della Sera, che ha riportato lo studio – “con un impatto sui redditi, pari a 117 euro in più al mese nel 2023 se i tassi saliranno di tre punti nel corso di quest’anno. Nell’analisi Banca d’Italia, poi si guarda alla frenata di Torino tra 2000 e 2019, dove il Pil è calato dello 0,7%, rispetto al +17,3% delle altre aree metropolitane del Nord, con calo del Pil procapite calato del 3,4% contro il -1,7% del resto del Piemonte e il +9,2% delle altre città del Nord”.
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