Italia-Francia, emergenza collegamenti con chiusura Frejus e Monte Bianco: “Gravi conseguenze, imprese del Nord-Ovest penalizzate”. L’allarme di Confindustria
Italia-Francia, continua l’emergenza collegamenti: “Gravi conseguenze per le imprese del Nord-Ovest”.
L’Italia continua a risentire delle conseguenze della chiusura del traforo del Frejus e della prevista chiusura del traforo del Monte Bianco, eventi che mettono in evidenza la lentezza cronica del paese nella realizzazione di infrastrutture pubbliche.
Questi ritardi penalizzano gravemente le imprese esportatrici del Nord-Ovest, costringendole a ricorrere a rotte alternative, con un conseguente aumento dei costi e una diminuzione della competitività sui mercati internazionali.
Confindustria si impegna a supportare le aziende italiane in questo momento difficile, lavorando a stretto contatto con il governo per trovare soluzioni concrete.
“L’Italia si porta dietro da troppo tempo la chiusura del Frejus e quella programmata del traforo del Monte Bianco – è l’allarme lanciato da Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria. “Siamo ancora troppo lenti nella realizzazione delle opere pubbliche. Le imprese esportatrici del Nord-Ovest subiscono pesantemente questi rallentamenti e sono costrette ad affrontare i costi aggiuntivi delle rotte alternative. La loro competitività ne viene compromessa. Confindustria non lascerà da sole le nostre imprese. Giovedì scorso, abbiamo portato queste criticità al tavolo con il governo, e abbiamo ottenuto risposte tangibili. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Ambiente, che include molte delle nostre proposte per sbloccare i ritardi nelle autorizzazioni e accelerare le opere contro i rischi idrogeologici. In particolare, il Decreto dà ai presidenti delle Regioni il potere di rendersi stazioni appaltanti, operando anche in deroga alle leggi vigenti – a eccezione di quelle penali – per garantire interventi più rapidi ed efficienti.
Continueremo a lavorare contro alla paralisi delle infrastrutture che collegano l’Italia all’Europa, perché senza infrastrutture funzionanti non può esserci crescita economica”.
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