
In Italia i lavoratori sono sempre più vecchi – Tutti cercano lavoro, ma gli Over 65 non lo mollano. I dati

In Italia i lavoratori sono sempre più vecchi – Tutti cercano lavoro, ma gli Over 65 non lo mollano
In un’Italia dove trovare lavoro resta un’impresa per molti, soprattutto tra i giovani, c’è una fascia della popolazione che invece non molla: quella degli over 65. I dati parlano chiaro. Se nel 2004 i lavoratori con più di 65 anni erano relativamente pochi, oggi sono più del doppio. Mentre tra i 15 e i 64 anni l’occupazione è cresciuta di appena il 3% (da 100 a 103), per gli over 65 l’aumento è stato vertiginoso: da 100 a 205.
Insomma: a lavorare – o a tornare a lavorare – non sono solo i giovani (che spesso non ci riescono), ma sempre di più anche gli anziani.
Perché gli anziani continuano a lavorare?
Le motivazioni sono diverse e toccano aspetti economici, sociali e strutturali. Ad esempio; economici: molte pensioni non bastano per vivere dignitosamente. L’inflazione, il costo della vita e anni di contribuzioni discontinue spingono tanti pensionati a rientrare nel mondo del lavoro o a non lasciarlo mai. Ma ci sono anche motivi sociali: per alcuni lavorare è un modo per sentirsi ancora utili, attivi, presenti. L’uscita dal lavoro viene vista non come liberazione, ma come perdita di ruolo sociale.
Non mancano anche ragioni strutturali: il ricambio generazionale è bloccato. I giovani faticano a entrare nel mondo del lavoro e, anche quando ci riescono, spesso lo fanno in modo precario. Nel frattempo, gli over 65 restano, anche perché il sistema produttivo italiano continua ad affidarsi a competenze e figure senior.
Il risultato è un mercato del lavoro sempre più vecchio e statico, incapace di rigenerarsi. Un sistema dove l’esperienza non viene affiancata da nuova energia, e dove le imprese e le istituzioni sembrano non riuscire a costruire un ponte tra le generazioni.
Questa tendenza ha conseguenze profonde: sulla produttività, sulle politiche del lavoro, sulla sostenibilità del sistema previdenziale e, in ultima analisi, sul futuro stesso del Paese. Perché se i giovani non trovano spazio, il rischio è quello di un’Italia che invecchia non solo nei numeri, ma anche nelle azioni e nelle idee.