27/08/2022
Territorio
Torino – L’eccellenza della nocciola piemontese arriva all’Università: il progetto
Piemonte – L’eccellenza della nocciola piemontese arriva all’Università: il progetto
Nei giorni scorsi è stato convocato a Torino dall’Assessorato all’Agricoltura, il Tavolo tecnico corilicolo, presente il presidente della Regione Piemonte, al quale hanno partecipato Fondazione Agrion, il DISAFA-UniTo, Agroinnova, le organizzazioni professionali agricole del Piemonte e le organizzazioni dei produttori del settore.
Per l’occasione sono stati trattati gli argomenti relativi agli aggiornamenti del progetto di ricerca “Nocciola di Qualità” e la Programmazione comunitaria.
Per l’Assessore all’Agricoltura della Regione, il riscontro positivo da parte dei soggetti della filiera per le attività svolte dal tavolo tecnico scientifico del progetto di ricerca sostenuto dalla Regione Piemonte, conferma l’importanza del lavoro in sinergia tra istituzioni, enti pubblici e soggetti privati, in particolare nel trovare soluzioni alle criticità che i produttori devono affrontare, dovute al cambiamento climatico, impegnati nella lotta alla cimice asiatica e alla cascola pre-raccolta. Altro importante tema di confronto è stato dedicato alla futura programmazione dei fondi comunitari, portando l’attenzione sugli strumenti che la Pac mette a disposizione degli agricoltori piemontesi e in questo caso del settore corilicolo.
IL PROGETTO NOCCIOLA DI QUALITA’
Nel 2022 sono entrate nel vivo le attività relative al progetto “Nocciola di Qualità”, presentato alla filiera nella primavera 2021 e già in parte operativo lo scorso anno.
Il progetto, realizzato grazie al sostegno di Regione Piemonte, Ferrero HCo, Novi, Banca d’Alba, Fondazione CRC, Fondazione CRT, Asprocor e Ascopiemonte, si è concretizzato sui temi scaturiti dal confronto con il settore corilicolo, avvenuto attraverso il Tavolo tecnico convocato da Regione, da cui sono emerse le criticità da affrontare per ottimizzare la produzione della varietà Tonda Gentile, un’eccellenza produttiva da valorizzare al meglio.
Negli ultimi anni la diffusione di nuove avversità, quali la cimice asiatica Halyomorpha halys e il verificarsi sempre più frequente di annate climaticamente anomale hanno determinato un aumento delle alterazioni a carico dei frutti e un peggioramento del livello qualitativo di alcune partite.
Nel progetto sono indicate come attività prioritarie quelle relative alla soluzione delle criticità derivanti dai danni da cimice, dall’avariato sui frutti e dalle problematiche che caratterizzano la cascola pre-raccolta.
Queste attività sono confluite in quattro sottoprogetti in cui i diversi partner del gruppo operativo hanno inserito, nei rispettivi pacchetti di lavoro, le attività di competenza:
1: “Cimice asiatica: monitoraggio, azioni di contenimento e lotta biologica
2: L’avariato e le aflatossine nelle nocciole
3: “Cascola preraccolta, criticità multifattoriale”
4: “Allevamento e rilascio in campo del ooparassitoide Trissolcus japonicus”.
I referenti scientifici dei vari sottoprogetti hanno dettagliato lo stato di avanzamento delle attività, condividendo con i partecipanti al tavolo i dati preliminari scaturiti dalle sperimentazioni previste dai diversi pacchetti di lavoro.
IL PROGETTO DEL DISAFA (UNIVERSITA’ DI TORINO)
Tra gli interventi, si focalizza l’attenzione sul sottoprogetto 4, presentato dal Disafa-Entomologia dell’Università di Torino:“A seguito dell’autorizzazione ministeriale al rilascio del parassitoide oofago Trissolcus japonicus, efficiente limitatore della cimice asiatica nell’area di origine, in Piemonte nel 2020 è stato dato l’avvio alla moltiplicazione e al rilascio dell’antagonista in 100 siti distribuiti sul territorio, in particolare nelle aree più colpite dalla cimice asiatica.
L’attività triennale, finanziata dalla Regione, ha visto coinvolti il DISAFA dell’Università di Torino, il settore fitosanitario regionale e la Fondazione Agrion.
Come concordato nell’ambito del piano nazionale, per valutare insediamento e impatto del parassitoide esotico in Piemonte sono stati effettuati rilievi pre- e post-rilascio che hanno permesso di accertare la presenza ormai diffusa e in crescita di T. japonicus in buona parte dei siti con tassi di parassitizzazione, ove rinvenuto nel 2021, da 2 a 36%.
Questi dati, seppur preliminari, dimostrano la validità della strategia di lotta biologica condotta con l’ausilio degli ooparassitoidi, nell’ottica di una difesa economicamente ed ecologicamente sostenibile.”
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