
Il grande regista Pupi Avati a Torino – L’appuntamento al Circolo dei Lettori

Pupi Avanti, fra i più importanti registi italiani, ma anche sceneggiatore e produttore racconta l’Italia degli anni Cinquanta attraverso un romanzo gotico-rurale che rimanda a film come Balsamus, La casa delle finestre che ridono, Zeder e riprende i suoi temi più cari, come l’adolescenza, l’amicizia, ma anche la follia e il Male. Il signor diavolo ripercorre la storia di un processo: Carlo, un ragazzino di quattordici anni ha ucciso un coetaneo, Emilio, un tragico fatto che sembra essere la conseguenza di visioni demoniache, oscuri rituali e misteriosi eventi in cui i ragazzini sono stati coinvolti. La Curia romana vuole vederci chiaro.
Il noir è ritratto letterario di una provincia non addomesticata, mai del tutto compresa, un profondo Nord Est intriso di religione quanto di superstizione, un mondo dove tutto sembra possibile, anche il Diavolo.
«L’idea è nata dalla passione per le favole contadine. È quello il mio imprinting – spiega Avati –
“Il libro segue i verbali di un’inchiesta degli anni Cinquanta: in un piccolo centro del Polesine
un ragazzino uccise un coetaneo convinto che fosse belzebù in persona.
Ho ricostruito il processo psicologico che condusse all’omicidio e l’indagine che ne derivò.
Come è possibile che un giovane abbia creduto che l’amico fosse il diavolo e l’abbia ucciso?
È una full immersion in un’Italia che non c’è più, piena di simboli e magie»